Un articolo sull’importanza di inseguire i propri sogni. Nonostante tutto e tutti.
“Tutti gli uomini sognano. Ma non tutti sognano allo stesso modo. Quelli che sognano di notte nei polverosi recessi della loro mente, si risvegliano al mattino per scoprire che i loro sogni sono svaniti. Ma quelli che sognano di giorno sono uomini pericolosi; essi infatti inseguono i propri sogni ad occhi aperti, e fanno sì che si avverino”.
Thomas E. Lawrence.
Molti di noi hanno un sogno nel cassetto, un obiettivo che consideriamo così grande ed ambizioso che ci ostiniamo a tenerlo rinchiuso a prender muffa, per paura di doverlo affrontare, uscendone magari sconfitti. Saperlo in quel cassetto ci dà sicurezza ed una piccola spinta per trascinarci lungo un’esistenza grigia.
Ma quel sogno, nel suo cassetto striminzito, spesso soffoca e muore silenziosamente.
Cos’è dunque che ci terrorizza tanto? Cos’è che non ci fa inseguire i nostri sogni più ambiziosi? Io una possibile risposta l’avrei: le opinioni altrui. Continuiamo a chiederci: “Cosa penseranno i miei genitori? Mio marito/mia moglie? I miei colleghi? I miei amici?“. E persi nelle nostre domande non facciamo altro che procrastinare i nostri sogni.
In questo articolo voglio provare a farti vedere le opinioni altrui sotto una luce diversa e per farlo utilizzerò una storia: la storia del re folle. Mi auguro ti piaccia ;-)
La storia del Re folle
La storia che sto per raccontarti è tratta da un libro di Paulo Coelho, pubblicato nel 1999 ed intitolato: “Veronika decide di morire” (‘mazza Andre… già il titolo è ‘na botta de vita!).
Coelho può essere apprezzato o meno come autore, ma questo breve brano mi ha sempre ricordato di pensare con la mia testa e di inseguire i miei sogni nonostante tutto e tutti. Mi auguro abbia lo stesso effetto su di te: è il mio modo di augurarti buon anno. Ecco la storia:
“Un potente stregone, con l’intento di distruggere un regno, versò una pozione magica nel pozzo dove bevevano tutti i sudditi. Chiunque avesse toccato quell’acqua, sarebbe diventato matto.
Il mattino seguente l’intera popolazione andò al pozzo per bere. Tutti impazzirono, tranne il re, che possedeva un pozzo privato per sé e per la famiglia, al quale lo stregone non era riuscito ad arrivare. Preoccupato, il sovrano tentò di esercitare la propria autorità sulla popolazione, promulgando una serie di leggi per la sicurezza e la salute pubblica. I poliziotti e gli ispettori, che avevano bevuto l’acqua avvelenata, trovarono assurde le decisioni reali e decisero di non rispettarle.
Quando gli abitanti del regno appresero il testo del decreto, si convinsero che il sovrano fosse impazzito, e che pertanto ordinasse cose prive di senso. Urlando si recarono al castello chiedendo l’abdicazione. Disperato, il re si dichiarò pronto a lasciare il trono, ma la regina glielo impedì, suggerendogli: – Andiamo alla fonte, e beviamo quell’acqua. In tal modo saremo uguali a loro – . E così fecero: il re e la regina bevvero l’acqua della follia e presero immediatamente a dire cose prive di senso. Nel frattempo, i sudditi si pentirono: adesso che il re dimostrava tanta saggezza, perché non consentirgli di continuare a governare?
La calma regnò nuovamente nel paese, anche se i suoi abitanti si comportavano in maniera del tutto diversa dai loro vicini. E così il re poté governare sino alla fine dei suoi giorni.”
Che ne pensi? Ti è piaciuta? Non ti ha fatto né caldo, né freddo? Ti ha fatto lo stesso effetto di una confettura di prugne? Prima di lasciarmi un commento vorrei spiegarti perché sono affezionato a questa storia e perché penso possa aiutarti a realizzare i tuoi sogni nel cassetto.
Vuoi essere un re tra i folli o preferisci inseguire i tuoi sogni?
Quello che mi affascina di questa storia sono i 2 messaggi che essa trasmette:
1. Il fatto che tu sia l’unico a pensarla così non fa necessariamente di te un pazzo.
Quello che crede la maggioranza delle persone non corrisponde necessariamente alla verità. Spesso, gli uomini che hanno permesso all’umanità di compiere i progressi più importanti, sono stati considerati dei folli dai propri contemporanei: Galileo Galilei, Nicolò Copernico, Charles Darwin, sono solo gli esempi più famosi.
Se credi fortemente nel tuo sogno nel cassetto, non permettere a niente e a nessuno di decidere cos’è giusto o sbagliato per te. Quello che credono gli altri, anche se sono in tanti, ti deve essere indifferente. Insegui il tuo sogno e rendi il tuo successo la vendetta più amara per chi ti ha sbeffeggiato e non ha creduto in te.
2. Arrenderci o inseguire i nostri sogni è una nostra scelta.
Al termine della storia, il re e la regina decidono di bere dalla fonte avvelenata. Nella nostra società questa è la scelta più comune. Da ragazzi abbiamo mille sogni e mille ambizioni, ma una volta entrati nella trappola del topo, ce ne dimentichiamo. Lentamente l’acqua avvelenata permea le nostre vene ed iniziamo a credere che quei sogni, in fondo, erano solo delle bambinate e che da bravi e responsabili soldatini della società dobbiamo fare esattamente quello che ci hanno insegnato.
La verità è che la scelta è nostra: possiamo arrenderci alle pressioni sociali e bere alla fonte avvelenata, oppure rifiutarci di farlo ed inseguire fino in fondo i nostri sogni. Se decidiamo di arrenderci sarà molto difficile tornare indietro. Se decidiamo di inseguire i nostri sogni, non avremo nessuna garanzia di successo e molto probabilmente saremo considerati dei folli, ma dei folli liberi.
Io non so quale sia il tuo sogno nel cassetto, ma il mio augurio per questo nuovo anno è di non bere dalla fonte avvelenata. Il mio augurio è che tu possa sempre ragionare con la tua testa, prendendo decisioni ponderate ed assumendotene sempre la responsabilità. Il mio augurio è che tu possa rimanere un re folle, non smettendo mai di inseguire i tuoi sogni.
Buona settimana.
Andrea Giuliodori.
Assolutamente fantastico. Aver scoperto questo tuo blog e’ la cosa migliore del mio 2013 (spero solo per ora xD)
Visto che il 2013 è iniziato da meno di 48h non ho ben capito se è un complimento o meno… -.-‘
Ahaha, scherzo! Grazie!
A presto,
Andrea.
Ciao Andrea.
Davvero una bella storia. Ti insegna tanto.
Ognuno deve prendere le proprie decisioni e non deve essere influenzato da nessuno.
Grazie
Buon anno a tutti :)
Ciao Marco,
grazie del commento.
Buon anno.
Andrea.
Bella storia Andrea :) , non ti nascondo che leggendola mi è salito un “disgusto viscerale”… E’ qualcosa che si riscontra in ogni campo, seguire i propri ideali (sia come scelta di vita che etici, come rimanere onesti ed integri) in questo contesto storico ed ideologico è un’impresa degna di un eroe greco!
Il breve racconto poi mi ha ricordato il teatro dell’assurdo, specialmente “il rinoceronte” di Ionesco (suppongo che Cohelo abbia attinto da lì), dove però lo sfondo è quello dei regimi totalitari.
Sì, ti capisco Luciano, ma personalmente preferisco sempre concentrarmi su di me e su ciò che posso cambiare e migliorare. Il disgusto a volte sale… ma cerco di lasciarlo andare.
A presto,
Andrea.
Ciao Andrea, buon 2013!
La storia è molto bella, porta a riflettere… Io dico sempre che solo un gruppo di folli può cambiare il Mondo. Meglio seguire i propri sogni che omologarsi a quello che viene definito “giusto” perchè tutti fanno così.
Ancora buon anno Andrea, nel 2012 conoscere questo blog è stato un degli eventi migliori!
Ciao Francesco,
ti ringrazio davvero per il commento.
Sì, concordo appieno con te: difficilmente senza un pizzico di follia si possono cambiare le cose.
A presto,
Andrea.
Ciao Andrea! Ti seguo da molto ma è la prima volta che ti scrivo. L’articolo di oggi lo sento mio particolarmente ed è quello che mi ci voleva per iniziare al meglio questo nuovo anno: aprire quel cassetto e liberare quel sogno che custodisco tanto gelosamente solo per paura di non riuscire a realizzarlo o di essere giudicata male da chi mi sta intorno. Uno dei miei propositi per il nuovo anno è proprio quello di seguire le mie idee e le mie convinzioni a costo di essere considerata “folle”! Grazie delle belle parole che hai scritto e… buon anno!
Ciao Cate,
grazie per aver scritto il tuo primo commento.
Sono felice che questo articolo abbia toccato le tue corde.
In bocca al lupo per i tuoi progetti.
Andrea.
interessante
commento interessante
Bellissima storia, Andrea!
Ti auguro un bellissimo 2013 e sono davvero contenta di conoscere il tuo sito!!! ;-)
Grazie Manu!
Andrea.
Bellissimo articolo.Hai perfettamente ragione quando dici che i sogni rimangono tali perchè abbiamo paura di mostrarci per quello che siamo e vogliamo,per me è cosi,ho sempre desiderato di fare ilmedico ma per svariati motivi economici e familiari ho dovuto rinunciare(a malincuore)adesso alla bella eta di 41 anni sta riaccendendosi in me questa antica passione.Il fatto che adesso sono sposata ho 2 splendidi bambini grandicelli,la situazione economica è tranqulla quindi…..!!!!QUELLO che mi frena è il parere delle persone,sono “vecchia” per riprendere gli studi ecc…è difficile andare contro corrente e diventare un re folle….
Maria Elena, rispondo al tuo commento perché vorrei incoraggiarti e perché penso di sapere come ti senti: ho 19 anni, sto facendo il primo anno di università e sono il secondo di tre figli che mia madre e mio padre hanno cresciuto facendo anche dei sacrifici, come lasciare l’università a 20 anni per mia madre; Ma ora ha 44 anni e si è appena laureata all’Università di Firenze in Assistenza Sanitaria, un suo sogno che si è portata nel cassetto a lungo e che per amore dei suoi figli ha lasciato riposare in attesa che crescessimo. Tre anni fa decise di iscriversi all’università con i tuoi stessi timori e con le tue stesse paure, ma ha trovato compagni e sopratutto professoresse che le sono diventate grandi amiche e che la hanno aiutato a coronare il suo obbiettivo.
Tieni saldo il tuo sogno; Sii affamata, sii folle!
Ti auguro ogni bene! Ciao!
Ciao Maria Elena,
grazie per aver condiviso la tua storia.
Non credo tu abbia bisogno di frasi fatte in questo momento… mettiamola così: oggi la vita media si è di molto allungata, soprattutto per una donna, i 40 sono i nuovi 30. Ci tieni davvero a questo sogno nel cassetto?! Vuoi arrivare a 50 anni con il dubbio “e se avessi iniziato…?”. Non raccontiamoci balle: non sarà facile, medicina è una facoltà molto tosta, ma se potranno esserti utili, qui nel blog troverai molti consigli pensati proprio per studiare EfficaceMente (ad ogni età).
A presto, e fammi sapere che decisione hai preso… ;-)
Andrea.
Ciao Maria Elena,
di seguito una storia che ti potrà ispirare positivamente!!
Il primo giorno di università, un giovane studente, mentre stava per entrare in aula, urtò un anziano singore. “scusi tanto professore”, mormorò con grande imbarazzo.
“Non preoccuparti… e comunque io non sono un professore, ma una matricola come te.”
” mi permetta l’indiscrezione: ma quanti anni ha?” chiese il giovane colmo di meraviglia.
“Settantaquattro”, rispose l’uomo pieno di entusiasmo.
“E cosa studia?” chiese ancora il giovane.
“medicina: ho sempre desiderato farlo, e adesso posso finalmente seguire i miei sogni!” Il giovane non riusciva a riprendersi dallo soncerto.
“Senza offesa, ma per laurearsi serviranno almeno sei anni, e quel giorno lei ne avrà ottanta!”
L’uomo guardò il giovane dritto negli occhi e sorrise.
“Se Dio vuole, avrò ottant’anni sia che io segua i miei sogni, sia che non lo faccia.”
Estratto dal libro: “Cambia vita in sette giorni” by Paul McKenna
Ergo: non si tratta di follia ma semplicemente stabilire se sei davvero appassionato al 200% alla realizzazione di quel sogno!!
Se lo sei davvero, lo farai solo per te stesso e degli altri non te ne importerà un fico secco!!
Ti auguro di fare la migliore scelta possibile!!
In bocca al lupo!!
Ciao!
Fab
E’ una storia molto triste, mi piacerebbe sapere quale soluzione avresti adottato tu :)
Champagne per tutti!!!
:D Andrea, la storia non è poi così appassionante, sarà che non è edificante e non è a lieto fine. E’ la storia del conformismo, di fatto. Noto una particolarità: i re che governano i regni attuali – metafora ;) – ben se ne guardano dal bere l’acqua avvelenata. Si occupano di avvelenarla, con costanza e determinazione, e di darla a bere a coloro che a ogni bevuta saranno sempre più loro sudditi… E così possono regnare fino alla fine dei loro giorni e molto spesso anche oltre. Buon venti-tredici a lettori e blogger…
Grazie Ilaria.
Sì è vero… la storia di pers sè non è che sia un pezzo di letteratura indimenticabile… però, sarà stato il periodo in cui l’ho letta, ma mi è sempre rimasta impressa e mi faceva piacere condividerla.
Buon DuemilaCredici anche a te ;-)
Andrea.
Ciao Andrea…
Inanzitutto tanti auguri di buon anno…
Ti ringrazio per la storia del Re Folle perche’ mi ha fatto capire tante cose…
E’ un pò come la nostra attuale società specialmente riguardo alla politica di oggi e di qualche anno fa.
Anche se sono in molti a pensarla alla stesso modo,non e’ detto che ciò che gli altri pensano sia cosi’.
Ognuno ha le proprie necessità e i propri pensieri per quanto Folli possano essere,ma ciò che conta e che siano i Nostri altrimenti saremo dovuti essere tutti uguali…
Grazie ancora=)=)
Ehm,ho sbagliato ha scrivere la frase “Anche se…”
Mi si era impallato il Pc…
Intendevo dire,che non e’ detto che anche se sono in molti a pensarla allo stesso modo,sia per forza cosi’ per tutti…
ieri ho lasciato un commento senza ottenere risposta
Capita Tony… non riesco a rispondere a tutti e non necessariamente rispondo a tutti.
scusami non voleva essere nè una critica nè volevo rendermi presuntuoso nei tuoi confronti..anzi fai veramente un gran bel lavoro,forse è per questo che sono stato insistente senza accorgermene
Ciao Tony,
ricordo il tuo post e ti volevo rispondere ma poi mi sono detto: “troverà una risposta da solo”!!
E allora il discorso è molto semplice: prendi il dizionario italiano, cerchi la parola passione, se quello che stai facendo ti da le stesse emozioni intense e allora hai di fronte la tua passione!!
Diciamo anche che in genere la passione deve essere alimentata per bene a meno che uno per natura ha un carattere e un intelletto tramite i quali si appassiona facilmente a tutto!!
Una merce un pò rara!! Altrimenti saremmo tutti delle eccellenze!!
Ciao!
Fab
hai ragione…però molte volte impegni,imprevisti,pensieri ti portano lontano dal ricordo delle emozioni vissute o che avresti voluto vivere anche solo x poco..
Caro Andrea, in questo momento di crisi, sembra sempre più difficile poter realizzare i nostri sogni. In realtà non c’è stato momento più prolifico per tirar fuori delle buone idee, l’ Italia e’ piena di talenti, dobbiamo solo avere il coraggio di osare senza farci frenare. Come dici tu se non ci fossero stati degli uomini considerati folli non saremo qui oggi e in avremo tutte le conoscenze che abbiamo, in fondo la follia e la genialità solo strettamente collegate.
Ciao Elisa,
grazie del commento ;-)
Che bel articolo Andrea!! Grazie davvero! E grazie a te ormai mi mancano solo due esami e ho finito con l’uni!!!!
Tantissimi Auguri per un 2013 folle! In senso buono ovviamente :D
Ah… a me non risulta assolutamente di aver dato esami per conto tuo Sumi! Ma potrei sbagliarmi… XD
Brava, complimenti.
Auguri anche a te,
Andrea.
Bevono dal pozzo per non perdere il potere sugli altri. Questa è la prima cosa che ho notato nel racconto. Forse non si tratta solo di cedere alle opinioni altrui, ma di non voler perdere il controllo sugli altri: la stima, l’affetto, la serie di esperienze empiriche di coerenza, ci hanno reso credibili nel tempo agli occhi degli altri…e questo ci ha portato ad avere peso nella loro vita. Il re e la regina vogliono continuare ad essere ascoltati.
Che ne pensi?
Tanti Auguri di Buon 2013!
Ciao Ando,
ottima analisi.
Hai perfettamente ragione: se ci preoccupiamo tanto di quello che pensano gli altri non è perché siamo deficienti. Lo facciamo perché il rapporto che abbiamo con queste persone in qualche modo ci definisce e non vogliamo perderlo.
Auguri anche a te,
Andrea.
Ciao Andrea e buon 2013!
Nel primo commento che lasciai nel tuo blog ti chiedevo proprio come portare avanti i propri progetti (leggasi sogni) quando intorno hai persone che invece di incoraggiarti fanno di tutto per fare terra bruciata intorno a me. E la tua risposta e stata tanto spiazzante quanto vera (purtroppo).
La crescita personale… è personale, altrimenti si chiamerebbe crescita collettiva che esisterebbe solo nelle favole.
Purtroppo sono scelte che sto facendo e che mi allontaneranno da persone che amo ma che purtroppo mi fanno essere qualcuno che non sono.
In questo giorni mi frulla per la testa il titolo di quel romanzo (che non ho letto e non ho visto neanche il film), un giorno questo dolore ti sarà utile…. beh, spriamo, io sono ottimista di natura!
Ciao Grande!
Enrico
Ciao Enrico, il percorso di crescita personale non è solo quella “cosetta fica” che ti vogliono far pensare i para-guru. Se cresci, inevitabilmente cambi, diventi una persona diversa e questo significa molto spesso entrare in conflitto con le persone che ti circondano. Il tuo essere migliore è una condanna silenziosa nei confronti di chi sceglie di rimanere sempre uguale a sè stesso. Questo è inaccettabile per la maggioranza delle persone, che inconsapevolmente reagirà attaccandoti.
Come hai giustamente sottolineato, la crescita personale è personale… e naturalmente c’è anche il risvolto della medaglia: attrarrai nella tua vita persone coerenti con il tuo nuovo io. Ti assicuro che non è male ;-)
@Andrea
bellissima risposta!!
Soprattutto questa parte:
“Il tuo essere migliore è una condanna silenziosa nei confronti di chi sceglie di rimanere sempre uguale a sè stesso. Questo è inaccettabile per la maggioranza delle persone, che inconsapevolmente reagirà attaccandoti.”
Very appreciated!!
Ciao!
Fab
Anche questa parte non era niente male:
“naturalmente c’è anche il risvolto della medaglia: attrarrai nella tua vita persone coerenti con il tuo nuovo io. Ti assicuro che non è male ;-)”
E vale per tutti i tipi di relazione.
Bell’articolo per cominciare l’anno e simpatica l’immagine che hai scelto ;)
Ossequi.
SO che capita spesso di non inseguire una cosa,un sogno,un obbiettivo per non trovarsi difronte ai giudizi degli altri. L’Imbarazzo nel sentirsi alienati o fuori dal gregge dagli altri per quello che fai è molto frequente. Le prese in giro,i commenti negativi ” ma dove vai, non sei capace,non ci sono riuscito io ci riesci te?…” e via dicendo. Ho dei sogni che voglio vivere ad occhi aperti in questo 2013 e cascasse il mondo provò a realizzarli e se poi non ci riesco ..be… se non altro so che ho lottato per realizzarli e me ne sono fregato di quello che dicevano gli altri!
ps:Andrè ste cose le devi insegnare nelle scuole!! hahaah :D
ciao andrea, innanzi tutto buon anno, e grazie del bell’articolo.
Credo che per via della mia vita personale non ho mai avuto molta paura delle opinioni altrui: se provengono da persone di cui mi fido le ascolto e le valuto e poi decido se seguirle o meno…questo perchè mi rendo conto che una visione non coinvolta può farci vedere degli aspetti che nell’entusiasmo non abbiamo considerato… ma che invece sono importanti…(ho un amico che funziona da test dell’avvocato del diavolo ghghghg)
Vorrei però suggerire come suggerisci tu stesso, tra le righe, nel tuo ultimo commento (poi ripreso in due punti da Fab e Ambrosia)di prestare attenzione alle relazioni che abbiamo: avete mai prestato caso alle persone che vi circondano? Vi è mai capitato di avere a che fare con persone che, nonostante l’affetto che provate per loro risultano mediocri, negative, pessimiste, che succhiano energie, che riescono sempre a farvi passare l’entusiasmo? ecco…
Io credo che sia impossibile non essere influenzati dal prossimo, tuttavia dipende da che tipo di persone sono il nostro prossimo, il nostro inner-circle, la nostra cerchia. Personalmente da tempo, anche a costo di aver ridotto tantissimo la mia cerchia, ho eliminato le persone che mi trasmettono negatività, che succhiano energie e spengono l’entusiasmo. E mi sto gradualmente circondando di persone positive, entusiaste, che trasmettono energie. Anche sottoforma di critiche costruttive, certo.
E per quelle che non possiamo “tagliare” bisogna imparare a farci scivolare le loro parole addosso e diventare discreti: evitando di parlare con loro delle cose che ci stanno più a cuore…
Ciao Andrea,complimenti per il blog!vorrei chiederti alcune cose….si possono creare le passioni e poi coltivarle? in questo caso perchè cercare nel passato qualcosa che oggi nn vive?Mi dà forza sapere che io in ogni istante posso creare una passione e viverla.Che ne pensi?
Ciao Antonio,
molto interessante il tuo commento. Hai ragione, spesso ho parlato delle passioni come se fossero innate, ma non lo devono essere necessariamente.
Ci sono molte passioni che io stesso ho visto nascere e che ho coltivato negli anni recenti.
A presto,
Andrea.
Ciao Andrea! Forse c’è una terza lezione un po’ misogena ahahahahah attento che quando decidi di pensare con la tua testa (abdicare lasciare i matti) la tua donna può tentarti e farti omologare alla massa ahahahahaha
Buon 2013 a te e tutti quelli che seguono i blog xD
Luca
interessante
nella nostra società gli individui sentono una forte pressione dalle persone che li circondano e/o dai media
fortunatamente non è nel mio DNA seguire il gregge
sono sempre disposto a sacrificare qualsiasi cosa per i miei obiettivi (opinioni altrui comprese)
We have a dream! Coltiviamolo e portiamolo avanti e vaffa a quelli che ti criticano.
…mhà, prima volta su questo sito … ho letto molti degli ultimi articoli e devo dire …interessanti! complimenti! Tra l’altro sei molto carino a rispondere anche solo con un grazie a tutti gli interventi.Io ho 30 anni, ho 2 lauree e conduco una vita in cui ho incoronato il cambiamento come elemento imprenscindibile. Penserete:wow! Ma vi dirò…quando mi capita di fermarmi cado in un baratro buio e profondo e non riesco a trovare una soluzione…e quei passi da gigante che ho fatto nel lavoro o sul piano personale diventano 10 passi indietro. Forse fuggo solo da qualcosa che si chiama stabilità, passato, insicurezze… ho condotto una vita abbastanza difficile sul piano psicologico, soprattutto durante l’adolescenza. Non conosco una donna più forte di me ma in men che non si dica torno a sentirmi debole, fragile, ipersensibile e triste. Trovo l’ignoranza la malattia più diffusa nella società di oggi, e tante persone ne son affette… io nonostante i miei brutti momenti sono assolutamente una folle libera ma a volte ci si sente soli…. Boa Noite!
Andrea, ti sei mai interessato di dislessia? se non è così, non fermarti alla definizione, segui il filo che lega gli esempi dei dislessici famosi e magari facci un bell’articolo! ti parlo della differenza tra pensiero convergente o logico deduttivo (di serie nel 95% degli individui) prodotto dall’emisfero cerebrale sinistro, e la controparte divergente e creativa, quella che lodano sui libri di testo con esempi tipo Leonardo Da Vinci… Einstein…, ma poi se sei dislessico come loro e ragioni a modo tuo, cioè parecchio diversamente, ti deridono, e ti capita da quando sei bambino alle elementari, e non te lo scordi più. adesso sono adulta e “recuperata” ma è dura essere così forte quando sei piccolo, perciò grazie per questa storia, non la conoscevo, la racconterò a mio figlio che sicuramente l’apprezzerà, lui si che è un dislessico di quelli incalliti!
Ciao Mara,
no, ho mai approfondito questo argomento, anche se non è la prima volta che me ne parla un lettore. In generale preferisco non scrivere di tematiche che non ho studiato e sopratutto di cui non ho esperienza, ma se troverò un contributo valido sull’argomento grazie ad un guest blogger lo pubblicherò sicuramente.
Andrea.
Ciao Andrea alla tua domanda:
Vuoi essere un re tra i folli o preferisci inseguire i tuoi sogni?
Ti rispondo: Voglio essere un folle che insegue i propri sogni.
Saluti
Salvatore
Ciao Andrea, ho scoperto per caso questo articolo girovagando per la rete, e ti voglio ringraziare, la storia e le tue riflessioni mi stanno dando un pizzico di forza in più per andare avanti ed inseguire i miei sogni; proprio oggi sono stato considerato “folle” proprio come il re della storia, ma tutto sommato adesso ho capito che preferisco essere folle di testa mia che saggio con la testa di altri.
Ciao e complimenti per l’articolo! :)
IL TUO BLOG E’ LA MIGLIOR COSA CHE MI SIA SUCCESSA DI QUESTI TEMPI,HA TUTTE LE PAROLE CHE HO BISOGNO DI SENTIRE IN TUTTE LE SFACCETTATURE,GRAZIE. DAVVERO,MI STAI RENDENDO UNA PERSONA MIGLIORE CON TUTTI QUESTI CONSIGLI. TI AUGURO IL MEGLIO! :)
Mi è piaciuta molto, la storia del re folle non la conoscevo
gran bell’ articolo! la storia la conoscevo, ma inserita nel tuo discorso,,,sei riuscito ad amplificarne il significato. Complimenti!
mi meraviglio che tu faccia queste riflessioni, perchè io mi sento proprio come un topo in trappola, e le argomentazioni che pubblichi sono molto simile a quelle che ormai da anni faccio e provo a far capire ad altri, ma sono talmente presi a correre dietro alla carota, che non spendono più di 2 minuti nella riflessione, e concludono …. si hai ragione … ma come si fà a cambiare vita,,,, ?
Bellissima storia, da brividi.
La prima volta che l’ho letta (in una sua versione molto simile, nel libro “la via del guerriero di pace”) sono rimasto shockato 10 minuti. è una di quelle storie che tutte le volte che la leggo o ci ripenso mi fanno schizzare alle stelle il livello di motivazione.
Complimenti Andrea per il lavoro che fai!
Bellissima storia, da brividi.
La prima volta che l’ho letta (in una sua versione molto simile, nel libro “la via del guerriero di pace”) sono rimasto shockato 10 minuti. è una di quelle storie che tutte le volte che la leggo o ci ripenso mi fanno schizzare alle stelle il livello di motivazione.
Complimenti Andrea per il lavoro che fai!
Grazie Giacomo :)
Ciao Andrea apprezzo molto il tuo blog, vorrei che mio padre trovasse il coraggio e la forza di realizzare il suo sogno, nonostante nella vita gliene siano successe tante ..ormai si é arreso ad un esistenza insulsa e triste, forse anche per punirsi dei suoi errori. Vorrei regalargli un libro che possa fargli cambiare vita nonostante i suoi 52 anni. Tu che libro mi consiglieresti?
Bellissimo articolo, però cosa fare quando vivi in una città con una mentalità disfattista che sa solo dire:”Non c’è nenti!!!” ossia “non c’è niente” oppure “vattene da qui, qua c’è poco lavoro, ecc. ecc… “
Ascoltare il consiglio?
Cioè dare retta a loro?
Il mio sogno sin da ragazzino (14 anni, ora ne ho 26) è sempre stato quello di diventare un giocatore professionista di Poker.
All’età di 22 anni, dopo aver concluso la scuola (ho perso 3 anni perché mi sono ritirato 3 volte), ho provato la strada del professionismo, fallendo miseramente…
Non perché mi mancassero le skill tecniche (anche se per diventare un professionista devo lavorare tantissimo sul mio gioco, ma quello è solo l’atto di piantare il culo sulla sedia e studiare, come qualsiasi altra skill che si voglia apprendere).
Mi mancava il Mindset corretto e un’altra serie di elementi:
1) La figura di un mentore/coach, l’elemento più importante.
2) Relazioni con altri professionisti con cui confrontarsi.
Dopo un’estenuante periodo di gioco forsennato in cui i risultati non sono arrivati, sono entrato completamente in Burnout e ho deciso di mollare, pensando che il gioco non mi piacesse più.
Così, dopo qualche mese in cerca di una banale occupazione, incappo nel mondo del Marketing e del Copywriting.
Ci vedo un futuro come professionista del settore e mi ci butto nello studio.
Ogni tanto ripensavo al Poker, ogni tanto bussava quella vocina che mi diceva “hai davvero abbandonato il Poker?” “Davvero non ti piace più?”.
Voci che non ascoltavo.
Dopo 2 anni lontano dai tavoli, in cui avrò giocato si e no 4-5 volte…
Qualche settimana fa è tornata travolgente la voglia di giocare.
Ora che ho appreso in questi 2 anni tante skill di Mindset e di gestione di me stesso come:
– La gestione della stanchezza
– L’importanza del riposo
– L’importanza dei giusti ritmi
– L’importanza di avere un mentore
– E tanto altro.
Ora mi trovo ad un bivio che determinerà per sempre il resto della mia vita.
1) Riprovarci con il Poker, mollando ciò che ho costruito questi 2 anni come Copywriter
2) Continuare nella strada del Copywriting (la scrittura di vendita), che mi darebbe molte più libertà rispetto al Poker ed è una cosa che mi piace fare. Ma, c’è un ma.
Quando penso al Poker mi emoziono perché penso dove potrei arrivare, le emozioni che ancora oggi, dopo 12 anni, continua a darmi questo gioco.
Penso alle avventure che vivrei (giocare in giro per il mondo, Las Vegas, la bellezza in se e per se di giocare).
Ora sono instradato nel mondo del Copywriting e del Marketing online e come ho già detto, è una cosa che mi piace, mi fa sentire utile nei confronti delle altre persone.
Il bivio è ancora più difficile perché grazie al Copywriting ti assicuri delle competenze che ti rimarranno a vita e che in qualunque momento ti possono salvare. Saper vendere è una competenza “immortale”. Quindi avrei sempre delle opportunità nella vita.
Col poker questo non succede. Se sei forte nel Poker, sei forte solo a Poker. Nella vita non hai le competenze.
E mi rendo conto che questo è un discorso molto “sociale”, inteso come “imposto dalla società”.
Cosa fare? Inseguire il sogno della vita, rischiando il tutto per tutto?
Oppure continuare nel mondo del Copywriting che mi piace tantissimo, e che ogni giorno ho tanta voglia di approfondire, di apprendere sempre più info per diventare più competente?
P.S.
Mi trovo in difficoltà anche perché, essendo da anni che non gioco più seriamente, non so più se avrei davvero la voglia di instradarmi nel mondo del Poker, riniziare da capo con lo studio, iniziare quindi un nuovo percorso.
Mentre con il Copywriting “sono già un pezzo avanti”, col poker devo ripartire da zero.
Qualche consiglio? Cosa ne pensate?